Pontefice dal maggio 254 al
luglio 257. Di origini romane, membro della
gens Giulia, fu scelto come
successore di Lucio I, in un momento particolarmente delicato per i rapporti tra
le Chiese d'Occidente e le consorelle di Africa e Asia. Le fonti riferiscono in
particolare di continui scontri tra
S. e san Cipriano, vescovo di
Cartagine, di cui ci resta un ricco epistolario. Una delle questioni dibattute
era quella relativa a chi avesse ricevuto il battesimo per mano di ministri
eretici o scismatici: se fosse necessario impartire nuovamente il sacramento o
meno.
S., con le Chiese occidentali e quelle di Antiochia e Alessandria,
riteneva valido il battesimo, purché impartito nelle forme dovute, a
prescindere dal ministro, mentre per Cipriano e i vescovi asiatici e africani
era necessario impartire un nuovo battesimo. Ben due concili africani,
presieduti da Cipriano, tentarono di imporre la prassi più intransigente,
ma
S., poi accusato di autoritarismo, continuò a sostenere la tesi
romana. A questa disputa, con valenza tanto dottrinale quanto disciplinare, si
aggiungeva quella relativa alla sorte dei
lapsi, cioè i battezzati
che, durante le persecuzioni scatenate dall'imperatore Decio, avevano abiurato
la fede ma chiedevano di essere riammessi nelle comunità; a parere di
Cipriano,
S. riconciliava alla Chiesa con troppa facilità persone
che a suo parere erano da considerare solo come apostati. Conseguenze più
radicali e pericolose per l'unità delle Chiese furono scongiurate solo
dallo scatenarsi di una nuova ondata persecutoria voluta dall'imperatore
Valeriano (che contò tra le sue vittime più illustri lo stesso
Cipriano), di fronte alla quale le divergenze furono accantonate. Benché
una
Passio del VI sec. attribuisse a
S. la dignità del
martirio, questa tradizione non trova riscontro nelle fonti più antiche e
quindi va considerata non affidabile. Gli successe Sisto II. Festa: 2 agosto (m.
Roma 257).